Le elezioni al tempo dei social: una rivoluzione nella comunicazione e nel rapporto con gli elettori

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Lo sbarco di Renzi e Berlusconi su Tik Tok, con relativo video di presentazione per entrambi, è solo l’ultima trovata di questa anomala e folle campagna elettorale che ci accompagnerà fino al prossimo 25 settembre.

L’utilizzo dei social media a fini politici non è certo una novità (ormai da anni si parla di “marketing politico”), ma mai come quest’anno i politici italiani hanno trasformato le piattaforme social in una perenne campagna elettorale, in un botta e risposta continuo con i cittadini ma soprattutto tra un partito e l’altro.

Vuoi per le norme anti-assembramento tuttora presenti, vuoi perché il web ormai è sempre più presente nelle nostre vite, oggi i politici portano avanti le proprie idee a suon di cinguettii su Twitter, dirette su Facebook, Stories su Instagram e video su Tik Tok!

Nuove modalità di comunicazione, già presenti ma mai utilizzate in maniera così profonda come quest’anno. Il rischio, come in tutte le cose, è di superare il limite e commettere errori che potrebbero anche costare caro. In tal senso, lo scivolone commesso da Giorgia Meloni nel definire “devianze giovanili” anoressia e bulimia è solo l’ultimo degli episodi che si possono ricordare, e le scuse non sempre sono sufficienti. Un altro grande rischio del web, quando si tratta di politica, sono le fake news: notizie false create ad arte per essere ricondivise dagli utenti e diffondersi rimbalzando da un profilo all’altro, da una piattaforma all’altra.

Proprio su quest’aspetto è intervenuto Tik Tok, con la recente introduzione di un “Centro di Controllo”: un sistema in grado di verificare, grazie ad una serie di automazioni, la veridicità di una notizia per aiutare i cittadini ad attingere a fonti istituzionali e informazioni affidabili.

Evoluzione o involuzione del dibattito politico?
Difficile, in realtà, esprimersi con certezza. Indubbiamente, l ruolo svolto oggi dai social network nella comunicazione politica è prezioso sia perché i politici possono parlare direttamente ai cittadini e questi possono dire la loro e magari ricevere risposta. Ma è vero anche che esistono anche altri mezzi di comunicazione, come i giornali e la tv, che continuano ad informarci come hanno sempre fatto in passato. Così come è vero che il web talvolta non solo è rischioso (perché può improvvisamente ritorcesi contro come un boomerang) ma anche dannoso se invece che in un dialogo aperto si trasforma in un selvaggio “tutti contro tutti” fatto di insulti, slogan e inutili promesse.

E la campagna elettorale “tradizionale” che fine fa?
Non è morta, come si potrebbe pensare, tutt’altro! Un po’ tutte le grandi città italiane in questi mesi sono state (e continuano ad esserlo) popolate da manifesti elettorali, cartelloni di partito e grandi affissioni con programma e leader di partito. Insomma, nonostante la visibilità data da web e social, quasi un “ritorno alle origini” assolutamente non scontato!

Non ci resta che attendere questo fatidico 25 settembre per scoprire quale partito, e quale esponente, avrà comunicato meglio (o almeno in maniera più convincente) con i propri elettori!